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Un impianto fotovoltaico sfrutta l’energia del sole convertendola in energia utile ai consumi domestici o aziendali. Ciò avviene tramite i suoi due componenti principali: i moduli fotovoltaici, che assorbono la luce e generano una corrente continua, che viene convertita in corrente alternata dall’inverter per l’uso convenzionale.
Questa energia viene utilizzata istantaneamente e, qualora l’impianto ne producesse in eccesso rispetto ai consumi effettivi, la rimanenza verrebbe immessa in rete.
Tuttavia, è possibile sfruttare al massimo l’energia prodotta dall’impianto, arrivando a un autoconsumo di quasi il 90%, grazie all’installazione di un sistema di accumulo.
In questo modo, l’energia non consumata viene immagazzinata all’interno di apposite batterie e rilasciata poi nelle ore serali o notturne oppure durante le giornate senza sole o di maltempo. Utilizzare un impianto fotovoltaico significa adottare una soluzione sostenibile, che consente di ridurre il proprio impatto ambientale, in quanto si sfrutta una fonte di energia rinnovabile come il sole.
Un impianto fotovoltaico ad uso domestico è in grado di offrire diversi benefici, sia in termini di risparmio che ambientali.
Ecco i principali vantaggi di questa soluzione:
– risparmio in bolletta;
– basso impatto ambientale;
– produzione e utilizzo di energia green e rinnovabile;
– costi di manutenzione ridotti;
– minore usura dell’impianto;
– indipendenza energetica;
– aumento del valore dell’immobile;
– aumento della classe energetica dell’immobile.
Sono previsti sgravi fiscali fino al 65% per le opere di ristrutturazione volte a migliorare l’efficienza energetica del proprio appartamento (cappotto termico, sostituzione degli infissi e installazione di un impianto fotovoltaico). Oltre a questi, periodicamente vengono approvati dei bandi regionali per incentivare l’acquisto di un impianto fotovoltaico; si consiglia quindi di tenersi aggiornati per conoscere le iniziative attivate dalla propria regione di residenza.
In una prima fase iniziale, un nostro consulente effettuerà un sopralluogo per valutare le caratteristiche tecniche della tua abitazione e determinare quindi se l’impianto fotovoltaico può essere installato (ci sono criteri specifici da considerare, come l’orientamento del tetto, la sua dimensione, la presenza di vincoli paesaggistici ecc.).
In caso di esito positivo sulla fattibilità dell’impianto, si passerà quindi alla sua progettazione; le caratteristiche specifiche che dovrà avere sono definite insieme a te sulla base delle caratteristiche della tua abitazione, delle tue abitudini di consumo e della dimensione del tuo nucleo familiare.
Prima di procedere con la fase successiva di installazione, è necessario richiedere alcune autorizzazioni all’ente preposto prima di poter procedere.
Fatto questo, si può procedere con l’installazione vera e propria, al termine della quale è possibile procedere con la richiesta di collegamento alla rete elettrica al tuo fornitore energetico.
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Ti permette di farti un’idea sul potenziale di produzione energetica necessario per coprire il tuo fabbisogno energetico e su un ipotetico costo di installazione del tuo impianto fotovoltaico.
Prenota subito la tua consulenza personalizzata e gratuita: un nostro consulente si metterà in contatto con te per darti tutte le informazioni di cui hai bisogno! Consulenza personalizzata gratuita
Tutta la documentazione relativa al tuo impianto fotovoltaico verrà raccolta in un comodo fascicolo informativo e ti sarà inviata via mail dal gestore commessa a te affidato al termine di tutto l’iter di progettazione, installazione e attivazione.
No, sono previsti diversi step di pagamento in base alle diverse fasi di installazione dell’impianto fotovoltaico.
In alternativa, versando un acconto minimo di 300 €, è possibile richiedere un finanziamento a una finanziaria convenzionata con Energy Italy, per l’intero importo dell’impianto. Anche in questo caso, possiamo gestire noi la pratica di finanziamento.
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Richiedendo una consulenza, un nostro consulente di zona ti contatterà per supportarti nell’acquisto del tuo impianto fotovoltaico. Consulenza personalizzata gratuita
Scegliendo un impianto fotovoltaico Energy, avrai accesso a un sistema di monitoraggio consultabile tramite APP che ti permetterà di avere sotto controllo la produzione energetica del tuo impianto e i tuoi consumi, il tutto comodamente a portata di smartphone.
Sì, qualora dall’APP di monitoraggio dovessero emergere delle anomalie di produzione potrai contattare il nostro reparto di assistenza all’indirizzo e-mail assistenza@energyitalyspa.it descrivendo il problema rilevato; il nostro staff ti sarà di supporto per aiutarti a risolvere le anomalie riscontrate.
Scegliendo Energy Italy, potrai contare su una garanzia sui materiali pari a ______. Inoltre, stipulando con noi un contratto di manutenzione annuale, potrai godere di un’ulteriore garanzia sulla resa dell’impianto, pari al 90% della produzione per i primi 20 anni, e all’80% per i successivi 5 anni.
Per garantire il massimo rendimento e la massima durata nel tempo, è importante effettuare regolarmente la manutenzione del tuo impianto fotovoltaico, che consiste principalmente in controlli periodici e pulizie che garantiscano che i pannelli solari siano sempre in grado di convertire la luce del sole in energia elettrica in modo efficiente.
Inoltre, è importante controllare periodicamente lo stato dei pannelli solari stessi. È possibile che i pannelli siano danneggiati o che ci sia uno sporco che ne limita la produzione di energia. In questo caso, è necessario pulire i pannelli con acqua e un detergente delicato o chiamare un professionista per eseguire la pulizia.
La manutenzione di un impianto fotovoltaico può essere eseguita in qualsiasi momento dell’anno, ma ci sono alcune considerazioni che potrebbero influire sulla scelta della stagione più adatta per la manutenzione.
In generale, la stagione migliore per la manutenzione di un impianto fotovoltaico dipende dalle condizioni climatiche della regione in cui si trova l’impianto. Ad esempio, in alcune zone, le piogge autunnali o primaverili potrebbero essere la stagione migliore per la pulizia dei pannelli solari, poiché la pioggia può aiutare a rimuovere lo sporco e la polvere dai pannelli.
D’altra parte, in alcune regioni dove l’inverno può essere molto rigido, potrebbe essere meglio fare la manutenzione in primavera o in estate, quando le temperature sono più miti e il clima è meno inclemente.
Tuttavia, l’importante è che la manutenzione degli impianti fotovoltaici venga eseguita regolarmente, indipendentemente dalla stagione, al fine di garantire la massima produzione di energia e la massima durata dell’impianto.
No, una buona manutenzione deve e può essere svolta solamente da personale specializzato. Infatti, chi effettua interventi “fai da te” senza avere le giuste competenze, potrebbe, oltre che svolgere un lavoro superficiale, con scarsi risultati, causare addirittura danni all’impianto, o peggio, correre un vero e proprio rischio per la propria sicurezza e salute.
Per questo, si consiglia sempre di affidarsi a tecnici competenti e autorizzati, in grado di garantire il corretto funzionamento del sistema e la massima produzione di energia.
Le batterie di accumulo sono dispositivi che permettono di aumentare l’autoconsumo che proviene dal tuo impianto fotovoltaico, e che stoccano l’energia non istantaneamente consumata per poi renderla nuovamente disponibile quando l’impianto non è in funzione (per esempio di sera).
Oltre a immagazzinare l’energia in eccesso, la forza delle batterie di accumulo consiste soprattutto nella gestione intelligente dei flussi di elettricità in entrata e in uscita dall’impianto.
Abbinare il tuo impianto fotovoltaico a un sistema di accumulo, ti permette di mettere da parte l’energia che non usi per poterla utilizzare quando ne hai più bisogno, rendendo il tuo impianto fotovoltaico ancora più performante.
Le batterie di accumulo ti permettono di stoccare l’energia in eccesso e di utilizzarla in un secondo momento, per esempio nelle ore serali, in cui, in assenza di luce solare, l’impianto non è in grado di produrre energia utile a soddisfare il fabbisogno energetico domestico.
L’energia stoccata nelle batterie di accumulo viene utilizzata nei momenti di inattività del tuo impianto fotovoltaico, quindi in assenza di luce (prevalentemente nelle ore serali).
L’utilizzo di batterie di accumulo, abbinato a un impianto fotovoltaico, porta con sé diversi vantaggi:
– sono vantaggiose per tutti coloro i quali, per svariate ragioni, non vivono la casa durante il giorno e utilizzano maggiormente la sera l’energia prodotta;
– sono convenienti per chi è orientato alla mobilità elettrica, e sfrutta le ore notturne per ricaricare auto, bici o scooter elettrici;
– diminuiscono drasticamente il ricorso ad agenti inquinanti, nel rispetto dell’ambiente;
– sono la soluzione ideale per chiunque voglia ridurre il costo delle bollette.
La quantità di batterie di accumulo da associare al tuo impianto fotovoltaico dipende da diversi fattori, tra cui la potenza dell’impianto stesso e i consumi serali. Consigliamo quindi di rivolgersi sempre a un nostro consulente che possa analizzare il tuo caso specifico, e che, prendendo in esame anche le tue ultime bollette, saprà consigliarti la soluzione ideale su misura per te.
Per stabilire la potenza ottimale di un condizionatore, tenendo presente che in estate le temperature esterne tendono al rialzo, esiste una formula semplificata; non si considerano quindi tutti i parametri di calcolo che utilizzerebbe un ingegnere ma si arriva velocemente a stabilire la giusta potenza.
Proviamo quindi a fare due conti insieme con la formula di cui sopra: per prima cosa, è necessario definire l’area della stanza, per esempio, in metri lineari: lato per lato 6×5 per un totale di 30 metri quadri, da moltiplicare poi per l’altezza della stanza. Per esempio, se l’altezza della mia stanza corrispondesse a 2,80 metri, il calcolo da effettuare è il seguente: 30×2,80 = 84 metri cubi (che corrisponde al volume da raffrescare o da riscaldare). Ora, moltiplichiamo i metri cubi per 35 (che è il coefficiente “K” applicabile): 84×35 = 2940 (queste sono le chilocalorie e le frigorie-ora che servono alla stanza).
Considerando che la normativa prevede che le potenze vengano denominate in chilowatt-ora, è necessario trasformare le frigorie in Kw, in questo modo: 2940:860 = 3,41 Kw/h (860 è il coefficiente fisso da utilizzare per trasformare frigorie e calorie in chilowatt-ora).
Abbiamo così stabilito che per climatizzare la nostra stanza, è necessario installare un condizionatore da 3,41 Kw.
Anche per questo esiste una formula semplificata come sopra, attendibile e veloce:
si dividono i Kw termici per 3, a cui sottrarre poi il 20%.
Per esempio, se i Kw termici corrispondono a 3,41: 3,41 diviso 3 = 1,13 – 20% = 904.
Abbiamo così appurato che il condizionatore, per produrre 3,41 Kw termici, assorbirà 904 W (cioè meno di un chilowatt-ora).
Nota: (1 Kw = a 1000w); per avere un’idea di riferimento, si consideri che un asciugacapelli consuma in media 1200w che corrispondono a 1,2 Kw.
Un climatizzatore, salvo complicanze particolari, si installa in tre o quattro ore.
È composto da una macchina che va posizionata all’esterno e da una che va posata all’interno.
Sarà poi necessario praticare un foro passante nella muratura del diametro di cinque/sei centimetri, ove veicolare la tubazione per unire le due macchine. Grazie all’utilizzo degli utensili moderni, dotati di recuperatore di polveri, il disagio si riduce ai minimi termini.
Se la macchina interna sarà installata distante dal foro passante, si poserà una canalina in pvc di spessore pari al diametro del foro, che ospiterà i tubi di cui sopra.
Detto questo, la percezione di invasività e di disagio quando si effettuano dei lavori nella propria abitazione è un fattore soggettivo: tuttavia, la posa di un climatizzatore non è definibile come lavoro invasivo… meglio pensare a quando sarà tutto finito per potersi godere un po’ di sano refrigerio.
Questi dispositivi non sono soggetti a manutenzione obbligatoria, nè è richiesto dal costruttore il rispetto di una manutenzione programmata.
Accortezza importante a carico dell’utilizzatore è la pulizia dei filtri posti a bordo della macchina interna: trattasi di un’operazione semplicissima eseguibile senza bisogno di utensili.
È una attività da svolgere due volte all’anno, a inizio estate e a inizio inverno (in quest’ultimo caso, solo se il dispositivo è utilizzato anche per il riscaldamento degli ambienti), seguendo le istruzioni riportate sul manuale d’uso a corredo del climatizzatore. Per ultimo, ma non ultimo, è buona prassi ricordarsi di sostituire la/le pile del telecomando una volta all’anno.
Un accumulatore in pompa di calore ricorda lo scaldabagno elettrico, detto boiler… Quelli che fino a trent’anni fa avevamo più o meno tutti in bagno o in cucina per produrre l’acqua calda sanitaria. In buona sostanza, si trattava di una “botte” da ottanta/cento litri con all’interno una resistenza elettrica che permettesse di portare l’acqua da fredda a circa 60°C.
Una “macchina” che oggi è considerata di ripiego, perché consuma tanta corrente elettrica e come quantità e portata permette di potersi fare una buona doccia, ma bisogna poi aspettare qualche ora perché l’acqua si riscaldi di nuovo.
Oggi, sfruttando lo stesso concetto, nasce l’accumulatore in pompa di calore: anche in questo caso assomiglia come forma a una “botte”, ma da duecento e trecento litri di portata.
L’acqua al suo interno non viene più riscaldata con una energivora resistenza, bensì tramite lo scambio termico ottenuto dalla scissione del gas refrigerante contenuto all’interno del compressore posto in testa alla botte. Questa reazione comporta un utilizzo di molta energia elettrica in meno rispetto al vecchio scaldabagno e l’acqua, anche se il volume è il triplo, si riscalda più velocemente.
Impostandolo su una temperatura di 40°C, la versione da trecento Lt nel periodo invernale permette di potersi fare tre docce soddisfacenti, che salgono a quattro nel periodo estivo. In meno di un’ora, l’acqua contenuta al suo interno torna ad essere fruibile.
Se questo prodotto viene installato dove esiste un impianto fotovoltaico per la produzione di corrente elettrica, il risparmio annuale per la produzione di acqua calda sanitaria per una famiglia di tre/quattro persone sarà c/ca del 50%.
Un piccolo approfondimento per capire meglio: la portata dell’acqua alle bocche d’erogazione per uso domestico è di c/ca 12 litri al minuto; una doccia che dura dieci minuti necessita in media di 120 litri d’acqua a c/ca 40°C.
La grandezza di questo prodotto è più o meno quanto quella di un frigorifero a colonna mono anta, e produce lo stesso rumore di un frigorifero, praticamente si vede ma non si sente e lo si può collocare ovunque ci sia un attacco di acqua calda e di acqua fredda, quindi anche in lavanderia o in garage.
Il prodotto ha inoltre bisogno di due condotte per l’aria che servono a raffreddare il compressore e ad assicurare lo scambio termico del gas refrigerante per la condensazione dello stesso. Quindi, è necessario praticare due fori passanti nella muratura da 15/16 centimetri di diametro, uno per la condotta di aspirazione e l’altro per la condotta di espulsione.
Ricapitolando, per l’installazione del prodotto serve un punto idraulico di acqua fredda e calda, una presa di corrente elettrica e una parete perimetrale sulla quale fare i fori. Detti fori saranno “chiusi” dalla parte esterna con due griglie dotate di rete ferma insetti.
Praticamente potrebbe trovare posto anche nel ripostiglio di un appartamento, se il vano confina con un bagno o con la cucina e se c’è la possibilità di veicolare da quel punto ad un balcone le due condotte per l’aria. Ma è sempre meglio chiamarci prima e in ogni caso per i dovuti accertamenti.
Un accumulatore in pompa di calore è collocabile ovunque ci sia un attacco di acqua calda e di acqua fredda, quindi anche in lavanderia o in garage.
Il prodotto ha inoltre bisogno di due condotte per l’aria che servono a raffreddare il compressore e ad assicurare lo scambio termico del gas refrigerante per la condensazione dello stesso. Quindi, è necessario praticare due fori passanti nella muratura da 15/16 centimetri di diametro, uno per la condotta di aspirazione e l’altro per la condotta di espulsione.
Ricapitolando, per l’installazione del prodotto è necessaria la presenza di un punto idraulico di acqua fredda e calda, una presa di corrente elettrica e una parete perimetrale sulla quale fare i fori. Detti fori saranno “chiusi” dalla parte esterna con due griglie dotate di rete ferma insetti.
Potrebbe quindi trovare posto anche nel ripostiglio di un appartamento, se il vano confina con un bagno o con la cucina e se c’è la possibilità di veicolare da quel punto ad un balcone le due condotte per l’aria.
È tuttavia sempre meglio rivolgersi a dei professionisti che svolgano i dovuti accertamenti.
Al di là del nome futuristico, detto generatore altro non è che una caldaia, appesa al muro o appoggiata al pavimento, che viene utilizzata per il riscaldamento invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.
La caldaia a condensazione recupera il calore che una caldaia tradizionale del tipo “a camera stagna” disperde dalla canna fumaria. I fumi prodotti da una caldaia domestica tradizionale vengono espulsi a 120/140°C, mentre invece quelli di una caldaia a condensazione vengono espulsi a 60°C: inutile dire come la differenza termica recuperata vada a beneficio economico dell’utilizzatore e a beneficio ecologico della comunità.
La caldaia a condensazione è installabile ovunque esista una caldaia a camera stagna.
A partire dal 26 settembre 2015, per Normativa Europea, è stato fatto obbligo di installare nel nostro Paese unicamente questa tipologia di caldaie, sia nelle nuove costruzioni, sia quando si dismette la caldaia a camera stagna già esistente nelle costruzioni più datate.
Esiste anche un’altra tipologia di caldaia, detta caldaia a camera aperta o a tiraggio naturale ed è installabile unicamente dove si sostituisce una caldaia della stessa tipologia, ad esempio nei palazzi condominiali molto datati dove le canne fumarie esistenti, di tipo collettivo o ramificate, non consentono l’applicabilità della caldaia a condensazione.
Con una caldaia a condensazione pilotata da un termostato intelligente con tecnologia WiFi, si può arrivare a risparmiare una quota pari al 20% c/ca di gas per riscaldamento, senza penalizzare le temperature interne nelle ore di soggiorno e di riposo. Se collegata ad un impianto a pavimento, la percentuale di guadagno aumenta ulteriormente del 15%.c/ca.
La caldaia a condensazione si installa in poco più di mezza giornata, inclusa anche la rimozione della vecchia caldaia (in questa fase, prestare attenzione al fatto che la canna fumaria sia intubata con un apposito condotto in materiale plastico, questo perché i fumi, essendo molto più freddi, creano umidità e non possono essere espulsi tramite una canna fumaria tradizionale in laterizio o in eternit). Se invece la canna fumaria esistente è in acciaio si può scaricare senza intubare.
L’operazione di intubazione della canna fumaria esistente, è un lavoro che non comporta interventi di muratura; tempistiche e difficoltà sono determinati dalla lunghezza e dallo stato del condotto. Solitamente, in una scala di difficoltà che va da zero a dieci, questa attività può essere considerata di livello tre/quattro.
Inoltre, la caldaia a condensazione ha bisogno di uno scarico per la condensa che produce.
Il recupero del calore dai fumi, determina per fisica la creazione di condensa acquea (ed è per questo è detta “a condensazione”). Anche questa attività è facilmente risolvibile: quasi tutte le caldaie sono installate in cucina e lo scarico del lavello è sempre raggiungibile.
Comunque, stando alle statistiche, solo nel 5% dei casi insorgono problematiche che allungano i tempi e i costi di posa (solitamente i tempi di installazione non superano mai, o raramente, oltre una giornata di lavoro).
Va anche detto che nei casi in cui la caldaia vecchia non sia più recuperabile, dal momento che per legge è necessario installare una caldaia a condensazione, sarà premura della ditta incaricata ai lavori trovare un modo per impostare uno scarico idoneo e per intubare la canna fumaria.
In conclusione, per i benefici che se ne ricavano, i pochi disagi e la spesa giustificano l’impresa!
Assolutamente no, non cambia nulla rispetto alla caldaia tradizionale.
Per approfondire meglio: a partire dal 15 ottobre 2014, data del varo della Legge che impone il libretto d’impianto e l’iscrizione della propria caldaia domestica al Catasto Energetico della Provincia di residenza, è stato stabilito che il proprietario dell’immobile, che assume il ruolo di conduttore, debba certificare, al momento dell’installazione, i generatori termici a combustione (caldaie) fino a 35 Kw di (riceverà poi un certificato di conformità rilasciato dall’installatore). È poi necessario redigere il libretto d’impianto e accatastare il generatore, oltre a compilare il certificato di efficienza energetica, riportando sullo stesso i valori ottenuti dell’analisi di combustione.
Conclusa questa prima fase, si sono assolti gli obblighi di collaudo e di messa in servizio; il tutto per il conduttore è gratuito, in quanto i costi di dette attività sono inseriti dalla Casa Madre nel costo del generatore.
Da questo momento, il primo controllo di manutenzione ordinaria è da farsi al quarto anno e dopo di che un anno sì e un anno no. A ogni controllo, il manutentore dovrà rilasciare al conduttore un certificato di efficienza energetica con i valori risultati dall’analisi di combustione.
Per fare un esempio pratico: per una caldaia installata e collaudata nel gennaio del 2015, il secondo controllo dovrà avvenire nel gennaio del 2019, il terzo controllo nel 2021, il quarto controllo nel 2023 e così via. I costi di detta attività sono a carico del conduttore e variano di Regione in Regione.
Il conduttore è tenuto a chiamare il manutentore nel rispetto sia delle manutenzioni ordinarie, rispettando le frequenze di cui sopra, sia per le manutenzioni straordinarie, cioè per guasti o funzionamenti anomali.
Rispettando quanto sopra il conduttore sarà nel pieno rispetto della Legge Vigente.
Le case costruttrici di generatori termici consigliano una verifica con cadenza annuale (questa è una facoltà per il conduttore e non un obbligo).
Un sanificatore Sanixcare è un dispositivo che ti permette di proteggere e purificare i tuoi ambienti domestici e/o lavorativi.
È infatti in grado di neutralizzare gli agenti patogeni aero dispersi presenti negli ambienti interni, riuscendo a coprire volumi di piccola e media grandezza.
L’effetto di sanificazione è ottenuto grazie all’azione di un raggio UVC, capace di danneggiare DNA e RNA di microrganismi come muffe, batteri e virus.
– Inattiva microrganismi, inclusi funghi, spore, batteri e virus;
– non utilizza prodotti biocidi e non produce rifiuti biologici;
– può essere utilizzato h24 in ambienti con presenza di persone, animali e alimenti;
– non prevede alcun contatto diretto con le lampade presenti al suo interno da parte dell’utilizzatore;
– ha un sistema di ventilazione con 4 velocità, più una modalità AUTO per l’efficientamento dei livelli di abbattimento microbico e un programma notturno che consente un maggior relax, entrando in modalità “silenziosa”;
– migliora la qualità dell’aria per individui affetti da allergie o con basse difese immunitarie;
– ha un ridottissimo costo di esercizio e di manutenzione: cambio filtro ogni 6000 ore di lavoro effettivo, cambio lampada ogni 9000 ore di emissione.
La vernice termica è una speciale pittura idrodiluibile composta da microsfere di ceramica termoisolanti, in grado di trattenere il calore all’interno della casa, senza farlo uscire. Come i thermos, infatti, la ceramica è in grado di mantenere invariata la temperatura di ciò che si trova al suo interno, raccogliendo e riflettendo il calore nell’ambiente circostante.
Ridipingere le pareti di casa con la pittura termica comporta quindi una riduzione della temperatura massima di riscaldamento e un notevole risparmio dei costi di climatizzazione ambientale.
Oltre a contribuire a isolare termicamente gli ambienti, grazie all’omogenea distribuzione della temperatura vengono migliorati il comfort e l’abitabilità delle stanze e si avrà fin da subito la percezione di un ambiente più sano e accogliente e un’immediata sensazione di benessere.
Inoltre, la diminuzione del moto di convezione dell’aria (il calore si diffonde per irraggiamento), comporta un minore movimento di polveri nell’ambiente, contribuendo a migliorare le condizioni di benessere e a ridurre la possibilità di reazioni allergiche, dando sollievo a persone con problemi respiratori.
Infine, la pittura termica con microsfere di ceramica ha la peculiarità di essere un regolatore dell’umidità degli ambienti trattati, ostacolando il formarsi di spore, muffe, muschi e il proliferare di germi.
No, la pittura termica si adatta perfettamente a qualsiasi tipo di superficie murale, sia interna che esterna.
Sì, le nostre vernici termiche sono disponibili in diverse varianti di colore. Richiedi subito una consulenza personalizzata gratuita per saperne di più! Consulenza personalizzata gratuita
Il LED (Light-Emitting Diode) rappresenta l’evoluzione dell’illuminazione allo stato solido, in cui la luce viene generata attraverso semiconduttori, e non utilizzando un filamento o un gas, come invece avviene nell’illuminazione tradizionale, in cui i consumi sono nettamente maggiori rispetto a quelli generati da una lampadina a LED.
La risposta sta nelle prestazioni offerte dalla singola lampadina e dalle sue caratteristiche specifiche.
Innanzitutto, è bene specificare che spesso si tende a confondere i termini Watt e Lumen, dimenticando che con il Watt si misura la potenza, e non la luce.
A parità di Watt, infatti, non corrisponde affatto lo stesso risultato in termini di flusso luminoso generato dalle lampadine, poiché la luce viene misurata in Lumen. Di conseguenza, è possibile che, a parità di Watt, le lampadine emettano differenti valori luminosi.
Inoltre, bisogna ricordare che le lampadine possono avere differenti durate, motivo per il quale spesso ci si trova a dover decidere tra una marca più costosa e una più economica. A volte una spesa maggiore comporta davvero una maggiore qualità.
L’illuminazione a LED porta con sé vantaggi sotto molteplici aspetti:
– SOSTENIBILITÀ: le lampadine a LED sono totalmente riciclabili e hanno un bassissimo impatto ambientale, abbattendo l’emissione di CO2 fino al 90% rispetto ad una classica lampadina a incandescenza.
– QUALITÀ: il LED non “sfarfalla” all’accensione e raggiunge subito la massima luminosità. Inoltre il rendimento della luce è ottimale, sia che scegliamo un led a luce calda che uno a luce fredda ricaviamo il massimo della qualità.
– SALUTE: l’aspetto più importante. Il led non contiene mercurio e non emette raggi UV e IR (noi non li vediamo, ma sappiamo che ci sono, e sono molto nocivi per il nostro organismo).
– DURATA: queste lampadine possono durare fino a 35.000 ore (circa 15 anni con un consumo medio di 6 ore al giorno). Le installi e te le dimentichi!
– RISPARMIO: una buona lampadina a LED consuma molto meno rispetto a qualsiasi altro tipo di lampadina (anche a fluorescenza).
Una colonnina di ricarica è un dispositivo che distribuisce energia elettrica, e che permette di ricaricare la batteria di veicoli elettrici.
L’installazione di un impianto fotovoltaico ti permetterà di produrre energia che potrai utilizzare per ricaricare i tuoi veicoli elettrici, riducendo così i tuoi consumi energetici.
Il tempo di ricarica del tuo veicolo elettrico è dato dalla potenza della colonnina di ricarica rapportata alla capienza della batteria del veicolo.
Si consideri che, in media, una colonnina utilizzabile in un’abitazione civile va dai 3,0 ai 7,4 Kw, riuscendo a caricare una batteria da 48 Kw in circa 24 ore.
Sì, tutte le case produttrici di auto elettriche forniscono insieme al veicolo due cavi in totale.
Il primo è quello per collegare il veicolo direttamente all’impianto di casa tramite presa schuko.
Il secondo è quello per collegare il veicolo a qualsiasi tipo di colonnine, tramite presa universale delle stesse.
La distanza percorribile a velocità minima con una semplice ricarica è 30km.
In generale, la massima distanza percorribile dipende da diverse variabili:
– Fondo: la guida su fondo liscio consente una percorrenza maggiore rispetto a superfici accidentate e dislivelli.
– Peso del conducente: un peso più elevato comporta una minore distanza percorribile.
– Temperatura: un ambiente molto freddo o troppo caldo comporta una minore distanza percorribile.
– Velocità e stile di guida: la guida fluida e la velocità costante estendono la distanza percorribile. Brusche accelerazioni e manovre riducono la distanza percorribile. Basse velocità aumentano la distanza percorribile.
– Manutenzione: la ricarica tempestiva e una corretta manutenzione allungano la distanza percorribile.
Il monopattino uGO ha un peso di 12kg ed è comodamente piagabile in soli 2 secondi, caratteristiche che ti permettono di portarlo con te dove vuoi (in macchina, sui mezzi pubblici…).
La carica completa da 0% a 100% richiede 3/4 ore. È consigliabile ricaricare sempre il monopattino al 100%, assicurandosi per almeno le prime tre volte di effettuare una ricarica completa al 100%.
È disponibile un’APP bluetooth, sia per Android che per Apple, che permette di impostare le funzioni del monopattino con un semplice tocco a portata di smartphone.
Tra le diverse funzioni gestibili tramite APP, vi è la possibilità di bloccare il mezzo con la funzione antifurto.
È bene scegliere la velocità massima da mantenere in base al percorso (area pedonale, eco, sport). Nello specifico:
– 6 km/h per le aree pedonali;
– 15 km/h per moderare i consumi;
– 25 km/h per il massimo delle prestazioni.